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Se
qualcuno ci chiedesse se riteniamo possibile che un uomo possa essere catturato
da misteriosi extraterrestri alti tre metri e trasportato all'interno di un
enorme disco volante, la risposta non potrebbe essere che no. Anzi, quasi quasi
dubiteremmo pure della sanità mentale di chi ci ha rivolto la domanda.
Secondo quanto ci hanno insegnato sui banchi di scuola, infatti, un mondo abitato
da creature intelligenti deve ancora essere scoperto. Figuriamoci poi se si
può credere a fantastici alieni che si divertirebbero a volare sulle
nostre teste e che di tanto in tanto, per motivi che sarebbe difficile comprendere,
«prelevano» un povero diavolo per interrogarlo, usarlo come cavia
per qualche esperimento scientifico oppure, come nel caso di Zanfretta, affidargli
la custodia di una fantomatica sfera contenente una piramide luminosa il cui
scopo sarebbe quello di renderci edotti sulla loro presunta civiltà.
Ripeto: si può credere a tutto questo? La risposta, in qualunque modo
la si voglia mettere, non può essere che no. La realtà, però,
non è così in bianco e nero come spesso la immaginiamo. Anche
se la nostra ragione si rifiuta di prendere in considerazione fatti che non
rientrano nei canoni scientifici che conosciamo, non si possono ignorare episodi
che accadono concretamente nel nostro mondo solo perché non rientrano
nei parametri della scienza ufficiale. Non possiamo chiudere gli occhi davanti
ad un fenomeno che coinvolge decine o centinaia di testimoni
liquidandolo semplicemente
con un «Non può essere» e dando del pazzo a coloro che ne
sono rimasti coinvolti loro malgrado. Perché questo è proprio
quello che è successo con il caso Zanfretta. In questa breve presentazione
del libro non intendo riassumere gli avvenimenti che sono stati oggetto di due
anni di indagini in poche e succinte parole. Chi fosse interessato alla vicenda
dovrebbe leggersi il volume ed eventualmente allargare la ricerca ad altre fonti.
Voglio però tratteggiare i contorni di questa storia e, possibilmente,
suscitare alcune riflessioni. La prima volta che la guardia giurata Piero Fortunato
Zanfretta dell'Istituto di vigilanza privata «Valbisagno» ha fatto
parlare di se è stato nella notte tra mercoledì 6 e giovedì
7 dicembre 1978 quando fu trovato in stato di choc e in preda ad un indicibile
terrore nei pressi della villa «Casa nostra» di Marzano di Torriglia,
un piccolo centro sulle alture di Genova. Quando si riprese, Zanfretta raccontò
tremando di aver visto «un essere enorme, alto circa tre metri, con la
pelle ondulata, come se fosse grasso o tuta molle, comunque grigia» che
subito dopo volo via «in una gigantesca luce a forma di triangolo, sormontata
da lucette di diverso colore» . Quando la notizia uscì sul «Secolo
XIX» , il quotidiano regionale più diffuso della Liguria, l'uomo
divenne subito oggetto di un'interminabile serie di scherzi e battute. Eravamo
negli anni Settanta e a Genova, una città
che per tradizione rifiuta il nuovo. Figuriamoci poi se appare nella veste di
un UFO con tanto di rapimento e alieni giganteschi. Allora ero un giovane cronista
fresco di studi americani e quindi con una mentalità decisamente più
aperta di quella di molti miei concittadini. Ragionando, mi chiedevo perché
un metronotte stimato nel suo ambiente come uomo serio e coraggioso, sposato
e padre di due figli, si andasse a complicare la vita, rischiando seriamente
il licenziamento, raccontando quella strana favola ufologica. Decisi allora
di indagare per saperne di più e fu proprio
quella la ragione che per
due anni mi fece seguire le avventure di Piero Zanfretta, ormai diventato noto
in tutta Italia dopo la sua comparsa alla trasmissione televisiva Rai
«Portobello» di Enzo Tortora. Del resto il caso Zanfretta non ci
sarebbe stato - e oggi non ne sapremmo nulla - se io non avessi chiesto, e ottenuto,
che la guardia giurata fosse sottoposta a ipnosi regressiva. Per farla breve,
l'uomo ebbe altri tre «incontri ravvicinati» con i presunti alieni
e durante l'ipnosi continuò a fornire dettagli a dir poco esplosivi.
Il punto era che spesso e volentieri le sue testimonianze collimavano con quelle
di altre persone che si sono trovate a vivere l'esperienza dell'avvistamento
ufologico. Nel primo caso, ad esempio, i carabinieri di Torriglia, comandati
dal maresciallo Antonio Nucchi, trovarono 52 testimoni oculari e una grossa
traccia a forma di ferro di cavallo nel punto in cui Zanfretta venne trovato.
La circostanza si ripetè in altri incontri e sempre più allarmante
sembrava la coincidenza che i misteriosi episodi fossero confermati da testimoni
o da fatti oggettivi. Nel 1980, così come erano comparsi, gli avvistamenti
ufologici sparirono dalla provincia di Genova. E anche per Zanfretta, ormai
completamente succube degli «extraterrestri» , venne il momento
di salutare i suoi «amici» . Almeno ufficialmente, i suoi incontri
terminarono. Ed egli in privato continuò a sostenere di essere il guardiano
di una sfera che però, a quanto ne so, nessuno è mai riuscito
a vedere. Persino nelle sedute ipnotiche dimostrava di essere chiaramente controllato
da una forza estranea che lo faceva regolarmente sfuggire al controllo del dottor
Mauro Moretti, il medico ipnotista che lo seguiva. Da quel momento persi di
vista Zanfretta e fu solo quattro anni dopo, nel 1984, ormai a mente fredda,
che mi decisi a raccontare la mia esperienza in un libro pubblicando «Luci
nella Notte, UFO: Il Caso Zanfretta» con la Alkaest Editrice di Genova.
Recentemente, invece, il libro è stato riproposto dalla De
Ferrari Editore con il titolo «Il Caso Zanfretta» . Il volume
suscitò anche un buon interesse dopo che la Rai
ne ricavò uno sceneggiato televisivo in due puntate che andò in
onda il 12 e 18 dicembre 1984. Devo dire che in quel periodo Zanfretta era davvero
molto conosciuto. Un mio articolo
apparso sul settimanale «Gente» venne tradotto e venduto in tutto
il mondo. Mi capitò di trovare pezzi sul caso Zanfretta in giornali americani,
brasiliani e giapponesi. Ancora adesso, se si cerca nella
bibliografia internazionale,
il nome di Zanfretta salta fuori assieme al mio libro. Un ulteriore sviluppo
internazionale del caso avvenne nel '92 quando venni invitato a Tucson, in Arizona,
per presentare il volume al primo Congresso mondiale di ufologia. In quell'occasione venne fuori
una realtà americana della quale, fino ad oggi, non ho mai parlato. Intendo
dire che all'Hotel Hilton di Tucson venni contattato da due persone, un uomo
e una donna, che mi dissero di ritenere attendibile la storia di Zanfretta anche
perché loro erano a conoscenza di altre due sfere esistenti sulla Terra,
anch'esse donate da alieni a presunti rapiti. Insomma, volevano a tutti i costi
la sfera di Zanfretta e per ottenerla erano disposti a ricompensarci principescamente.
Per dimostrare che non scherzavano, i due, che si dicevano rappresentanti di
una non meglio specificata organizzazione, vennero a trovarmi in Liguria dopo
il mio ritorno e stettero due settimane parlandomi di tutti i loro progetti
da fare insieme. Io avrei preferito cedere i diritti del libro e farla finita
lì , ma loro desideravano invece coinvolgermi in una joint-venture comune.
In altre parole una società che doveva gestire il business che sarebbe
scaturito dall'uscita di un film, prodotto da Hollywood, sul caso Zanfretta.
A questo proposito mi fecero inviare da un legale di Chicago (anche se loro
erano dell'Arizona, quindi l'organizzazione di cui facevano parte non era locale
ma nazionale) un contratto che io dovevo firmare. Contratto che però
io non volli sottoscrivere in quanto mi qualificava come maggior azionista della
società (50%) la cui gestione era
affidata interamente agli altri due
(25% l'uno). Era come dire che io sarei stato responsabile di tutto quello che
loro avrebbero fatto o deciso. Su questo scoglio l'accordo saltò e non
se ne fece più nulla. Dopo un po' dei due non sentii più parlare.
Questa storia, però, provocò una cocente delusione in Zanfretta
che probabilmente si vedeva già in America. Comunque sia, poco tempo
dopo l'uomo ebbe guai con la giustizia (anche se ha sempre sostenuto di essere
stato vittima di un complotto), abbandonò la divisa da guardia giurata
e si mise a fare altri lavori. Un po' di soddisfazione cinematografica gli sta
arrivando proprio in questo periodo visto che la Liguria Film Company ha appena
annunciato di voler girare un film di fantascienza a sfondo ironico («Invaxön», ma si legge «Invasciun»
, alla genovese) che prende spunto proprio dalle sue avventure. Non sarà
un successo hollywoodiano, ma è comunque qualcosa. Del resto, film a
parte, a quanto mi dicono continua a dire di essere il guardiano di quella sfera.
E nessuno è mai riuscito a risolvere il mistero che si porta dentro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
(Le foto sul caso Zanfretta sono state scattate dal fotoreporter Luciano Zeggio)
Sito Web del Centro di Ipnosi Medica e Medicina Psicosomatica di Genova
Intervista su ItalianResearch.it
Intervista su NonSiamoSoli.com
Da Natale 2014, la prima edizione internazionale inglese del libro, "The Zanfretta Case", è disponibile su Amazon e altri negozi online.
Dettagli del libro (Edizione cartacea):
Copertina flessibile: 340 pagine
Editore: CreateSpace Independent Publishing Platform
Data di pubblicazione: 27 Marzo 2014
Lingua: Italiano
Edizione: 6ª
ISBN-10: 1508650012
ISBN-13: 9781508650010
Prezzo di listino: €20,50
Dettagli del libro (Edizione digitale):
Formato: Kindle
Dimensione file: 4696 KB
Editore: Rino Di Stefano
Data di pubblicazione: 27 Marzo 2014
Lingua: Italiano
Edizione: 6ª
ASIN: B00JAQG34W
ISBN-10: 8890965029
ISBN-13: 9788890965029
Prezzo di listino: €9,99
Coordinate GPS dei posti principali del caso ZanfrettaPrimo incontro (Villa ‘Casa Nostra’ a Marzano di Torriglia): Secondo incontro (sulla strada verso la località Rossi): Terzo incontro (Monte Fasce): Quarto incontro (Sparatoria contro gli UFO): Quinto incontro (Percorso verso la presunta sfera aliena – località Rossi): Sesto incontro (sulla Strada Provinciale 82 di S.Alberto di Bargagli): Avvistamento UFO a Quota Mille: |
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Data: Giovedì 21 Ottobre 2004, 11:40
(ANSA) - 21 OTT - La storia degli UFO in Liguria e a Genova richiama subito
il nome di Pier Fortunato Zanfretta, il metronotte che nella notte tra
il 6 e il 7 dicembre del 1978 disse di aver avuto un incontro ravvicinato
con gli alieni.
Zanfretta, guardia giurata dell'Istituto di vigilanza privata 'Valbisagno'
fu trovato in stato di choc nei pressi della villa 'Casa Nostra' di Marzano
di Torriglia un piccolo centro sulle alture di Genova.
Secondo quanto è stato possibile ricostruire erano circa le 23.30 quando
Zanfretta imboccò la deviazione che dalla statale 45 conduce a Marzano.
Il metronotte percorse la stradina che porta al centro del paese e da
qui, continuando, si diresse verso la villa 'Casa Nostra'.
''La prima chiamata - ricorda l' operatore dell' istituo di vigilanza
che quella notte era di turno alla centrale - l'ho ricevuta soltanto verso
mezzanotte e un quarto. Zanfretta urlava e diceva continuamente 'quanto
è brutto'. Io allora gli ho chiesto se lo stessero aggredendo e lui: 'No,
non sono uomini, non sono uomini…'. A questo punto la comunicazione
si è interrotta''. Zanfretta raccontò anche di una grande luce triangolare
che si alzò da dietro la casa. Il metronotte la descriverà come un disco
luminosissimo più grande, in lunghezza, della stessa villa. Quando si
riprese, Zanfretta raccontò di aver visto 'un essere enorme, alto circa
tre metri, con la pelle ondulata, come se fosse grasso o vestito di una
tuta molle e grigia' che subito dopo si allontanò via volando 'in una
gigantesca luce a forma di triangolo, sormontata da lucette di diverso
colore'.
Il caso fece scalpore e assunse ancora maggior notorietà dopo che Enzo
Tortora invitò Zanfretta alla famosa trasmissione 'Portobello'. La vicenda
ebbe anche retroscena seri: i carabinieri di Torriglia, comandati dal
maresciallo Antonio Nucchi, trovarono 52 testimoni oculari e una grossa
traccia a forma di ferro di cavallo nel punto in cui Zanfretta venne rinvenuto.
Tuttora quello di Zanfretta rimane uno dei più curiosi e affascinanti
casi di 'x-files' italiani.
21/10/2004 11:40
© ANSA
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