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DAL NOSTRO LETTORE SPECIALE
(Il Giornale, Pubblicato Martedì 26 Agosto 2008)
Un
giorno un'amica scrittrice mi disse che un poeta faceva meno fatica di
lei, perché buttava giù poche parole e aveva concluso il proprio
lavoro. La signora in questione ovviamente non aveva una gran sensibilità
nei riguardi dell'animo umano, né comprendeva tutti quei mille
reconditi aspetti della psiche che portano una persona a scrivere su un pezzo
di carta un pensiero o una riflessione che dopo, e soltanto dopo, potrà
essere chiamata poesia.
La profondità di questi sentimenti, spesso dettati da ricordi, sensazioni, dolori
e speranze che ogni tanto riaffiorano dalla parte più intima dell'essere umano,
sono avvertibili nell'ultimo lavoro di Franco Bovio, “Melodia della mente”,
pubblicato in questi giorni dalla Edizioni Linea Grafica Stampa & Design
di Genova. Preceduto da una prefazione del giornalista Andrea Casazza, il nuovo
volume di Bovio raccoglie un insieme di sessanta liriche che spaziano dal desiderio
di vivere in una società più giusta, e cioè più a misura d'uomo, alla nostalgia
di amici perduti o semplicemente scomparsi. Bovio, pur con i suoi trascorsi
di alto dirigente della Carige, è davvero un poeta. Se con questa parola vogliamo
appunto intendere colui che si sofferma sul “mal di vivere” cercando di comprenderne
tutti gli aspetti, anche i più nascosti. E non è dunque un caso che inizi la
sua nuova opera con la poesia “Angeli in terra” dove afferma:
Anche in terra
ci sono gli angeli.
E spesso non li incontri
o non li sai trovare.
Ma quando succede,
è una luce
che ti avvolge
e riscalda
e ti conduce
con tenerezza
- e amore -
verso una nuova speranza
che ha il tuo nome.
Un inno all'ottimismo, insomma, nel quale l'autore esorta il lettore a non
disperare, a continuare a credere che non viviamo in una jungla sociale dove
ognuno pensa soltanto a se stesso, ma esistono anche coloro che fanno del bene,
nel senso più ampio del termine, la loro ragione di vita. Gli “angeli”, appunto.
La poesia che invece dà il titolo al libro parla delle sensazioni intime che
si provano quando capita di visitare una mostra di quadri particolarmente suggestiva.
Qui entriamo nel vero significato della parola arte, intesa in tutta la sua
interezza. Ed eccola:
Nel primo dipinto -
così diverso dagli altri in mostra -
c'è però, già in nuce,
l'intensità cromatica,
emotiva,
di tutte le opere esposte.
Un'illuminazione fantastica
di espressioni e di tratti,
dietro ai quali
si coglie il racconto raffinato
di quella melodia della mente
che fa da controcanto al cuore.
E se ne esce
col fanciullo interiore
che ha una gran voglia di correre.
Ma dove Bovio fa sentire con più intensità il suo animo sensibile è là dove ci racconta l'infinito enigma dei rapporti umani, e cioè quelle mille sfumature non dette che da sempre caratterizzano gli scambi affettivi tra un uomo e una donna. Sentite, ad esempio, “Come un volo di rondini”:
Nessuno dei due
osava esprimere al telefono
quello che sperava
di sentirsi sussurrare dall'altro,
per non turbare l'emozione di un momento
misurata nei battiti accelerati/del cuore.
E intanto il silenzio
parlava come un volo di rondini,
nell'attesa
di quel “ti voglio bene”
che ridesse a tutti e due
un gioioso slancio
alla voglia di vivere
e di amare.
La ricerca di Bovio non si ferma qui. Il suo animo indaga anche sul proprio io, fa i conti con se stesso quando, ad esempio, un giorno si ritrova da solo in una chiesa. La poesia si chiama “Ricerca 2” ed ecco che cosa recita:
Chiesa vuota e silenziosa
forse per favorire
- e ascoltare -
le intime riflessioni
i rimpianti
i rimorsi
i dubbi
di chi si ferma un istante
in incerta attesa
di un illuminante conferma:
E intanto,
da dietro l'altare,
un canto sommesso
aumenta il fascino
di questo breve momento
di sincera, ripetuta ricerca.
Ma nel lavoro di Bovio vengono fuori anche le peculiarità più intime del suo essere. Come, per esempio, quel suo essere genovese e ligure che si dichiara nella poesia “Il saluto del mare” dove, ad un certo punto, dice:
Quando poi, ero lontano
mi mancava sempre
il tuo confortante sussurro…
Una sensazione, questa, che tutti i liguri lontani dalla loro patria hanno
sempre provato.
Ligure, ma anche simpatizzante del popolo ebraico. E la sua simpatia si manifesta
nella poesia “Il fiore della memoria”:
Fin quando saremo in vita
avremo sempre il dovere,
intensamente sentito,
di ricordare i giorni funesti
del più immane sterminio
e d'invitare ad un alito
di memoria condivisa
anche i più giovani, spesso ignari.
Cosicché dal terribile passato
delle persecuzioni razziali
fiorisca un legame
di religione etica e civile;
che resti sempre fortemente vitale,
anche nel futuro.
E possa rigenerare questo mondo
ancora così turbato
da tante dolorose ingiustizie.
Un appello a tutti gli uomini di buona volontà che nessuno può permettersi di ignorare.
“Melodia della mente” poesie di Franco Bovio, Edizioni Linea Grafica Stampa & Design, pp. 82, €10,00.
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